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30 Settembre 2024 - Libri

Un invito alla lettura tra i maestri del genere
 
Il thriller che passione
 
Il termine thriller deriva dall’inglese to thrill che può essere tradotto con la parola rabbrividire, fremere. Questa parola, tanto musicale quanto adrenalinica, si applica a quella vasta letteratura che adopera elementi come la tensione, l’ansia e, ovviamente, la paura. Un thriller ben congegnato non può prescindere da un impianto narrativo solido e complesso, tale da mantenere costante l’attenzione e la tensione del lettore, fino all’agnizione finale, con lo scioglimento del mistero, il riconoscimento di un eventuale assassino condito da svariati colpi di scena. Vengono spesso adoperati finali aperti, che lasciano intendere che ci possa essere un seguito del romanzo (vedi, ad es. le trilogie); la narrazione segue non di rado il punto di vista del/la protagonista, di solito un investigatore privato, un medico, un esperto, un legale (come nel caso dei legal thriller di Crichtoniana memoria) che deve risolvere un enigma apparentemente insolubile e dispone delle competenze per poterlo fare.

Ma quali sono le caratteristiche che ogni thriller che si rispetti dovrebbe avere? L’elemento imprescindibile è il ritmo. Non basta narrare una buona storia, potenzialmente accattivante, quando il ritmo viene a mancare. Donato Carrisi, probabilmente il miglior giallista italiano (sicuramente il più venduto), è uno degli scrittori più coinvolgenti in tal senso. I suoi romanzi sono caratterizzati da un linguaggio molto fluido, scevro da tecnicismi inutili, senza fronzoli (molto americano, per intenderci) e da un ritmo sostenuto che non lascia respirare il lettore; ogni capitolo termina quasi sempre con un colpo di scena (suo marchio di fabbrica) che costringe sadicamente chi legge a incollarsi letteralmente alla pagina.  

L’ambientazione e le locations hanno un ruolo fondamentale nella narrazione. Luoghi come case (più o meno infestate), chalet, hotel (in Shining l’Overlook Hotel è il vero protagonista del romanzo) sono sicuramente i più gettonati, soprattutto nel caso di un sottogenere del thriller, il cosiddetto domestic thriller, di cui P.A. Paris è una maestra indiscussa. I suoi romanzi, tutti dei bestseller internazionali, sono caratterizzati da un’atmosfera claustrofobica e mettono a dura prova il lettore dal punto di vista psicologico. Cito Il dilemma o la Coppia perfetta, altamente rappresentativi in tal senso. Molti autori scelgono di ambientare il loro romanzo in un luogo a loro noto (il luogo natio, di solito) e ben circostanziato a livello geografico. Conoscere l’ambientazione rende più credibile la narrazione. La brughiera londinese, avvolta dalla bruma, umida e a tratti paludosa, è lo scenario di romanzi come Nelle profondità del lago di S.K. Tremayne o La casa nella nebbia di Robert Bryndza, due ottimi thriller molto amati dagli aficionados del genere. Per non dare punti di riferimento ai suoi lettori, un giallista come Carrisi ha scelto di ambientare alcuni dei suoi romanzi in un non luogo, facendo in modo che lo stesso lettore focalizzi la propria attenzione su altri aspetti, come quello psicologico dei protagonisti. È il caso del bestseller internazione, dal quale è stato tratto anche un film (girato dallo stesso autore): L’uomo del labirinto. Il labirinto è al centro di tutto, l’ispettore Genko, il dottor Green e l’onnipresente Mila Vasquez (uno dei personaggi più amati dai lettori italiani) sono i protagonisti di questo crack dello scrittore di Martina Franca.

Solitamente il protagonista è il classico eroe positivo, colui che cerca di sgominare il male, normalmente impersonato da un serial killer, uno psicopatico, uno stupratore o uno stalker in generale o, come nel caso dei già citati domestic thriller, da uno dei due coniugi, che nasconde molto spesso un passato poco edificante e insospettabile. In questo caso sono proprio il marito o la moglie che possono impersonare il ruolo di eroe negativo. Incredibilmente, come una sorta di Sindrome di Stoccolma, può capitare che il lettore finisca per immedesimarsi con l’antieroe, parteggiando per esso. Jack Torrance vi dice qualcosa? In questo caso, sicuramente ha contribuito il riversaggio su pellicola del capolavoro di Stephen King, girato dall’indimenticabile Stanley Kubrick, dove appariva evidente fin dalle prime sequenze il ruolo di Jack Nicholson (la qualcosa ha generato non poche polemiche da parte dell’autore del romanzo). Non sempre il/la protagonista o comunque i personaggi in generale hanno nome e cognome. In un romanzo come Io sono l’abisso sempre di Donato Carrisi, i protagonisti sono l’uomo che pulisce, la ragazzina col ciuffo viola e la cacciatrice di mosche. Nonostante non vengano mai chiamati per nome, lo spettatore finisce per affezionarsi morbosamente ai tre protagonisti, soprattutto con l’antieroe (il finale del romanzo è decisamente emozionante e struggente) che non voglio spoilerare. Infine, in generale, gli interpreti dei romanzi thriller sono spesso accumunati da un passato tragico, che li porta ad avvicinarsi ad es. all’alcolismo (es. Harry Hole, personaggio feticcio del giallista nordico Jo Nesbo); il più delle volte conducono una vita piuttosto problematica, anche nei rapporti interpersonali, con una scarsa empatia verso il prossimo (la celebre Teresa Battaglia, investigatrice nei romanzi di Ilaria Tuti, una delle autrici più interessanti che abbiamo in Italia.)

Il genere thriller è ramificato in tanti sottogeneri: il già citato domestic thriller, il medical thriller (imprescindibili i romanzi dell’autore teutonico Wulf Dorn come La psichiatra o Follia profonda, una vera discesa agli inferi senza compromessi), il legal thriller, di cui Michael Crichton è un maestro indiscusso.

Un autore che merita un capitolo a parte è Guillaume Musso, scrittore francese molto amato e venduto anche alle nostre latitudini. Il suo stile è inconfondibile, a tratti autoreferenziale ed è caratterizzato da continue citazioni - rimandi cinematografici e musicali. Romanzi come La vita segreta degli scrittori, Central Park, La ragazza e la notte sono quelli che ho più amato e che consiglierei spassionatamente a tutti coloro i quali volessero approcciarsi al romanziere francese.

Il thriller è un genere più vivo che mai, che non annoia mai il lettore, e in continua ascesa. Sono tanti gli autori che per mancanza di spazio non ho trattato, ma che meriterebbero uno spazio adeguato come: Claire Douglas, Camilla Lackberg, il mai dimenticato Giorgio Faletti, la nostra Barbara Baraldi, i mostri sacri Lee Child e Jeffery Deaver e gli astri nascenti Alex Michaelides e Javier Castillo.


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