Il curioso caso di Silvia Chiereghin - InEsergo

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25 Ottobre 2023 - Attualità

Come costruire una notizia per fare propaganda
 
Il curioso caso di Silvia Chiereghin
 
La notizia è uscita in esclusiva sul Messaggero Veneto, il quotidiano più venduto del Friuli-Venezia Giulia, il 14 ottobre 2023. L’articolo faceva menzione della curiosa storia della prof pendolare che ogni giorno arriva a Sacile da Rovigo. Silvia Chiereghin, 48 anni, dopo aver vinto il concorso pubblico da insegnante ha lasciato il posto fisso in banca che occupava da 16 anni in quel di Taglio di Po, in provincia di Rovigo, per andare a insegnare economia aziendale all’Istituto Marchesini di Sacile, in provincia di Pordenone. «Sono 260 chilometri, ma guidare non mi pesa. All’Isis Marchesini mi trovo bene e la città è graziosa». In soldoni, 4 ore al volante ogni giorno (traffico permettendo), 80 e più ore ogni mese, 800 in un intero anno scolastico in cambio di 1500 euro di stipendio. In questi casi, studiare come viene dispensata una notizia pare più interessante della notizia stessa.
 
Il 17 ottobre è il turno del Corriere del Veneto e non vi è nulla di cui sorprendersi dal momento che la signora Chiereghin parte ogni mattina dal Veneto per recarsi in Friuli. «La strada non mi pesa, meglio fare una fatica in più, ma sentirsi realizzati. È il consiglio che do anche ai miei studenti: osate e inseguite i vostri sogni. Certo, spesso i sogni costano fatica». Edificante, forse corroborante. Ora, tralasciamo pure l’evidenza che milioni di italiani si spostano ogni giorno per lavoro o per altre necessità, percorrendo spesso centinaia di chilometri in silenzio senza godere degli onori della cronaca. Non possiamo però trascurare il fatto che alla vicenda ha tenuto bordone nientepopodimeno che il governatore del Veneto Luca Zaia, con un post pubblico su Facebook, brigandosi di calare dall’alto l’ineluttabile monito morale: «Silvia è l'ennesima dimostrazione di quello che sostengo da sempre: solo i pessimisti non fanno fortuna. A volte coltivare a lungo i propri sogni dà la forza per lavorare per realizzarli».
 
Apriti cielo. Più di 7500 commenti social, la notizia rimbalza su tutto il territorio nazionale fino ad approdare a uno dei massimi esegeti morali della nostra epoca. Nella sua rubrica sul Corriere della Sera, Massimo Gramellini parlando della signora Chiereghin titola infatti un inequivocabile Scommettere Sulla Felicità, affondando il coltello qualche riga più sotto: «La quiete: ecco cosa aveva da perdere, accettando l’incarico. E da guadagnare, invece? Ah, una cosa da nulla: la felicità». Insomma, un tripudio di onori, di peana calati dall’alto, di fanfare sbrilluccicanti nel grande palcoscenico delle notizie di cui, in fondo, non ci frega assolutamente nulla, salvo scannarci sulla bacheca di turno come livorosi oligofrenici. In questi casi, se si vuole comprendere la ratio della notizia, la domanda da porsi è sempre: perché?
 
Partiamo dall’antefatto. Chi è la signora Silvia Chiereghin? Qui non si vuole né discutere le scelte individuali, né giudicarle: il gioco al massacro non ci entusiasma ma non siamo neppure così fessi da credere che un simile battage massmediatico sia motivato esclusivamente dalla volontà di impartirci lectiones magistrales sulla gioia di vivere e su come riconquistarla, sul coraggio, sulla retorica dei sogni e sull’ottimismo cosmico. Tra l’altro, in tempi di ecosostenibilità, di limitazioni al traffico veicolare, di sensibilità green e di gretinismo, fa sorridere che nessun opinionista abbia sommessamente fatto notare che 260 chilometri in auto ogni giorno non siano un comportamento propriamente virtuoso. Ma si sa, l’inquinamento, il riscaldamento globale e l’incipiente fine del mondo si mobilitano in base alle convenienze del momento. E stendiamo un velo, per carità di patria, su stress, costi esorbitanti, rischi e logorio fisico di una scelta del genere. Con buona pace della felicità della signora Chiereghin, che ha tutto il diritto di fare ciò che ritiene più opportuno della propria vita.
 
In realtà la neo-professoressa è un volto piuttosto noto. Oltre alla partecipazione il 19 dicembre 2018 alla trasmissione televisiva di Rai 1 L’Eredità, condotta da Flavio Insinna, appare degna di nota la sua presenza nel comune di Taglio di Po come consigliere di minoranza (con ben 362 preferenze) nel quinquennio 2017-2022, e la sua rielezione, ancora con ottimi riscontri popolari, il 12 giugno 2022. Dopo aver ricevuto il secondo mandato, la Chiereghin si è tuttavia dimessa con un gesto clamoroso, lamentando di non essere stata selezionata per alcun «ruolo amministrativo e operativo, bensì per una posizione marginale», non essendo stata messa nella condizione di «ripagare la fiducia di chi mi ha votato». Insomma, la signora era ben nota alle cronache, almeno quelle locali, ed è molto probabile (per non dire certo) che abbia avuto più volte a che fare con i giornalisti. Se quindi si voleva erigere la notizia sulle fondamenta di una storia tutto sommato normale, e anzi di questi tempi piuttosto paradigmatica, non si avrebbe dovuto faticare molto nello scegliere il volto della ex consigliera comunale di Taglio di Po; anche se nessuno ne ha ricordato i precedenti incarichi, preferendo omettere il dettaglio.

Ma quale potrebbe essere il messaggio sotteso? In realtà questo genere di notizie, soprattutto perché pompate all’inverosimile, sembrano comodare al fondamento liberistico che, se si vuole lavorare, occorre accettare tutto: paghe basse, ore e ore alla guida o in treno per raggiungere il posto di lavoro, turni massacranti, precarietà, sicurezza ridotta al lumicino. Una schiavitù ad honorem, sul cui altare può essere sacrificato il tempo, la famiglia, la vita stessa. È il trionfo dell’apolidia spacciata subdolamente come sacrificio inevitabile, l’azzardo come parte di un gioco che vale sempre la pena se il fine è il perseguimento di un sogno. Glorificare tale modus vivendi è sin troppo ambiguo per non destare qualche sospetto. Alla signora Chiereghin auguriamo il meglio: noi per il momento preferiamo esercitare il dubbio socratico, ponendoci appena qualche domanda esistenziale.


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