Ecologia della mente

“Se vogliamo ripulire il mondo iniziamo dal nostro cuore”. (Daniel Lumera)
Il dizionario Treccani online definisce l'ecologia come quella parte della biologia che studia le relazioni tra gli organismi e il loro ambiente naturale, inteso sia come l’insieme dei fattori chimico-fisici che li circondano (clima, tipo di suolo, luce, nutrimento), sia come l’insieme dei fattori biologici che possono influire sulla vita di questi organismi (parassitismo, simbiosi e così via).
Partendo da questa riflessione credo che non si possa parlare davvero di ecologia in termini ampi e profondi senza considerare in maniera prioritaria l’interazione e l'interconnessione tra i due ambienti: interiore ed esteriore.
Il detto, “il minimo battito d’ali di una farfalla provoca un uragano dall'altra parte del mondo”, chiarisce poeticamente quanto la qualità dei nostri pensieri e delle nostre emozioni influenzino significativamente tutti gli eventi naturali. Difatti è dentro noi che si trovano i fattori più inquinanti per il nostro pianeta e che portano disequilibrio e disarmonia.
Alla luce di questa consapevolezza anche la definizione di ecologia assume sfumature nuove che vanno ad includere, non solo la scienza tout court, ma anche quella branca che pone un'attenzione particolare agli impatti che le nostre scelte personali e il nostro benessere interiore hanno sul nostro ambiente. Spero che comprendere quanto il nostro pensiero incida sul nostro benessere morale, fisico ed emotivo e, contemporaneamente, sul nostro mondo esteriore, conduca urgentemente alla bonifica non solo dell'ambiente in cui viviamo ma anche, e soprattutto, delle zone tossiche e disfunzionali della nostra mente.
Per questo, se vogliamo davvero salvare il nostro pianeta occorre risvegliarci urgentemente ad una nuova coscienza ecologica. È necessario, fondamentalmente, creare una nuova alleanza tra l'essere umano e l'ambiente esterno affinché queste aree si rispettino, si connettano amorevolmente e crescano insieme secondo una visione realmente ecosostenibile.
Lo sviluppo sostenibile parte quindi innanzitutto dentro di noi, “dalla consapevolezza e da un nuovo uso delle nostre energie rinnovabili interiori, da un modo differente di concepire la vita che affonda le proprie radici nel nostro sentire più profondo donando un significato diverso al nostro stile di vita, al passato, al presente, al futuro, alla solitudine, al silenzio, alla malattia, alla salute, alla relazioni, all'amore e al senso stesso della nostra vita”. (“Ecologia Interiore”_D. Lumera e I. De Vivo – Ed. Mondadori, 2022)
Cosa possiamo fare concretamente affinché l'ecologia interiore e l'ambiente esteriore vivano in uno spazio di equilibrio e di cura reciproca?
Sviluppare una mente ecologica significa innanzitutto interrompere la spirale negativa della disconnessione e della violenza e andare verso la scelta consapevole di azioni, di pensieri e di parole gentili, consapevoli e amorevoli.
Molteplici prove dimostrano che nutrirsi di compassione, di presenza, di empatia, di gentilezza e di letizia mantiene ecologica la nostra mente offrendo benefici di gran lunga maggiore rispetto a qualsiasi medicinale. Un ambiente interiore spirituale integro ed ecologico favorisce dunque non solo la possibilità di migliorare il livello generale di salute, ma al contempo, permette di trasformare il nostro sguardo sulla vita che diviene curioso, grato, fiducioso e compassionevole.
È altresì efficace partecipare alla guarigione del nostro mondo, esteriore ed interiore, anche attraverso la pratica del silenzio: il silenzio autentico è estremamente ecologico in quanto rappresenta quell’elemento imprescindibile che ci consente di prenderci cura della nostra salute fisica e al contempo del nostro equilibrio emotivo e della nostra integrità psicologica.
Nella presenza silenziosa trasformiamo il giudizio e ci apriamo con cura e meraviglia alla bellezza e alla freschezza del nuovo. Quel luogo silenzioso e calmo diventa così una porta privilegiata per abitare lo spazio dell'infinito che favorisce la pace della mente, l'integrità del corpo e l’apertura del cuore.
Queste riflessioni sono oramai supportate anche da molte ricerche scientifiche che hanno sottolineato quanto il rumore eccessivo causi molteplici problemi di salute, quali, ad esempio, l'aumento della pressione sanguigna e l'insonnia. Ridurre l'esposizione al rumore diventa, dunque, necessario per elevare e calmare i nostri pensieri, rilassare il nostro corpo, favorire l'ascolto interpersonale e intrapersonale, nonché accrescere la nostra intelligenza emotiva e sociale.
In definitiva il silenzio è lo stato che feconda quel vuoto creativo da cui originano tutte le infinite possibilità e in cui, nella serenità della contemplazione e della meditazione, diventa possibile sperimentare il miracolo dell’ascolto della melodia globale della vita: nel silenzio, il nostro cuore è grato e vigile e la nostra mente, ripulita da pregiudizi e condizionamenti, è capace di assaporare la meraviglia dell'intimità, la ricchezza delle differenze e la saggezza della connessione con il momento presente.
Quindi, per praticare un'etica ambientale che preservi, non solo la sopravvivenza del genere umano, quanto piuttosto la sua connessione armoniosa e rispettosa tra i livelli intrapersonale, interpersonale e sociale, ci auguro, di superare al più presto una visione duale ed egocentrica, che conduce dolorosamente all'illusione della separazione e del conflitto, a favore di una ritrovata sensibilità capace di indirizzare con gentilezza il nostro sguardo su tutti gli esseri viventi, e non, con gratitudine, empatia e compassione.