La polizia del Karma

Bisogna comportarsi bene, ci si deve comportare bene, pensieri felici, altrimenti lo specchio se ne accorge, la fotocamera del telefono se ne accorge. E se non se ne accorgono loro, ma è improbabile, lo faranno i cittadini solerti, dannatissimi cittadini solerti. Bisogna sfoggiare un bel sorriso, 32 denti se li hai, se ne hai qualcuno in meno va bene, è importante sfoggiarli. Non sia mai che non siamo felici e soddisfatti: il Karma potrebbe risentirne.
Il Karma è uno strumento dello Stato, un rigido protocollo che controlla la condotta dei cittadini, con un Karma negativo la nostra vita sarebbe un fallimento: niente scuole di prestigio, niente lavoro dei nostri sogni, non ti verrà neppure assegnato un partner, uomo, donna o animale che sia, niente bonus, perfino niente malus. Niente di niente, in pratica diventi come un paria, però ancora meno importante, meno considerato, diventi un soprammobile.
Mi chiamo Zoe e non sono felice, ho il karma sbagliato, Saturno contro, Marte in contraddizione e Venere in vena polemica. Mi sento braccata, non posso più vivere così. Vorrei andare in spiaggia, ma non rientro nel range di peso e forma fisica che mi permetterebbe di andare. Il mare posso guardarlo solo dal parcheggio; dal parcheggio nessuno rovina la media.
La Polizia del Karma mi sta alle calcagna e vengo sottoposta a un interrogatorio serrato almeno una volta a settimana per vedere se sono felice o se fingo: in realtà sono una nemica dello stato, un’anomalia da eliminare. Una pagina da strappare.
Oggi ho un appuntamento con un loro agente, un tale Josè Rodriguez. Dopo uno stretto interrogatorio, mi chiederà di valutarlo, da 1 a 5 stelle, come se fosse un ristorante. Tutto si basa sul giudizio degli altri; è sempre stato così, ma adesso è un voto palese, non proprio il massimo della spontaneità. Spero che l'interrogatorio vada bene: la rieducazione è tosta da sopportare; l'ho già fatta una volta e le cicatrici non si sono ancora rimarginate.
Josè
Mi chiamo Josè e sorrido sempre, sono un funzionario della polizia del karma, ho un’arma e devo usarla, ho un ruolo importante e devo rispettarlo. Se il cittadino non sorride deve essere rieducato, lì sul posto, immediatamente, è il mio lavoro. La bomba di qualche anno fa ci ha insegnato a stare attenti, nessuno che sorride rappresenta un pericolo. La Polizia del Karma è stata fondata per questo. Siamo l’ultimo baluardo della civiltà. Nessuno deve imprecare, nessuno deve essere costernato, nessuno deve vivere una brutta giornata, pena: il manganello, il Taser, il digiuno forzato o altri metodi di tortura socialmente accettati; la lista dei metodi di tortura è in continuo aggiornamento, li decidono i cittadini su un forum, i cittadini sanno essere perversi in modi che nemmeno immaginate. Un tale che ha rubato un portafogli è stato messo alla pubblica gogna per otto mesi; gli hanno fatto di tutto. La gente ha bisogno di fare male agli altri per non sentire il peso che li attanaglia. Alla fine, il condannato è morto e, tra l'altro, il portafogli che aveva rubato era pure vuoto.
Oggi devo interrogare una cittadina, una tale Zoe Smith, il suo profilo è incerto, lunatico, pericoloso, poco chiaro; non sembra felice e tende a non nasconderlo, non va bene.
Dobbiamo intervenire.
La seguente registrazione sarà messa agli atti: “Mi sto recando a casa della sospettata. La sospettata mi ha appena aperto, mi guarda stranita perché l'ho appena chiamata sospettata. Non sono stato discreto, tantomeno educato. Non devo esserlo, non è tra le mie mansioni.
Il dialogo che seguirà verrà trascritto nella sua totalità, con alcuni commenti da parte del sottoscritto agente incaricato:
J: Lei è la signora Zoe Smith?
Z: Sì, sono io.
J: Risposta decisa, ferma, buon segno, era comunque una domanda semplice. Sono qui per l’interrogatorio settimanale, lei è recidiva ed è responsabile di alcuni comportamenti sediziosi e turbativi della quiete, non ha risposto a un saluto di un concittadino e non ha sorriso al controllore in metropolitana, come si dichiara?
Z: Mi dichiaro colpevole, non posso fare altro, a mia discolpa dichiaro che sono una persona distratta e basta, non c’è nulla che turba la mia serenità, questo è il migliore dei mondi possibili.
J: Noto una forzatura nell’ultima parte della risposta, la annoto e la sottolineo. Noi siamo la Polizia del Karma, a noi non la si fa, io sono il migliore.
Da uno a dieci come valuta l’operato dello Stato? Com’è migliorata la sua vita dopo la svolta che ha fatto seguito all’attentato?
Z: Valuto l’operato dello Stato assolutamente con un 10, la mia vita come quella di tutti i cittadini è migliorata, adesso c’è ordine, non c’è malumore, anche quando le scelte sono impopolari lo Stato le fa per noi, e la sicurezza ormai è il punto cardine delle nostre vite.
J: La risposta è meccanica, poco spontanea. Sembra che la signora Zoe Smith l'abbia preparata prima, sembra esattamente quello che io voglia sentirmi dire. Le sue pupille si dilatano e le sue narici si aprono per respirare meglio. La signora Smith non è una brava attrice. L'interrogatorio può finire qui, procedo con l'ultima domanda.
J: Signora Smith lei è felice?
Z: Sì.
J: Risposta secca, affermativa, ma la signora Smith ha tradito un sussulto e intravedo una lacrima nel dotto lacrimale sinistro. Sto assistendo a una flagranza di reato, la Signora Smith dovrà essere rieducata. Alla mia comunicazione, la signora molto diligentemente va in bagno a darsi una rinfrescata e a prendere il kit di rieducazione che ogni cittadino è obbligato a tenere in casa.
Zoe
Mi dovranno rieducare. Mi sono tradita, mi sono tradita per non tradire me stessa, è finita. È scesa una lacrima. Dovevo fare l'intervento per chiudere i dotti lacrimali, dovevo farlo. Brava Zoe, così impari a rimandare. Questo agente sembra un pazzo nazista, nonostante non sia biondo, anzi è decisamente centroamericano.
José
Procediamo alla rieducazione: la signora Smith mi porge pinze, bisturi e lacci emostatici. La cittadina sta fornendo molti asciugamani; annoto tutto. Lo Stato la rimborserà, lo Stato è presente, lo Stato c'è sempre per i cittadini e in cambio chiede solo di essere felici. Non mi sembra tanto. Procediamo.
Zoe
La rieducazione è finita. Non mi sento più felice di prima; mi sento dolorante, umiliata, debole, con molto meno sangue di quando stamattina mi sono svegliata. L'agente mi ha rilasciato un buono per comprare altri asciugamani e ho dovuto assegnare un punteggio da 1 a 5 sia all’interrogatorio che alla tortura, Dicono che serve a migliorare il servizio, come si fa con i call center. Dovrò ricordarmi di sorridere quando uscirò di casa, Lo Stato ci impone di uscire per lavorare e fare sport, la socializzazione invece è quasi facoltativa durante i primi quattro giorni della settimana, durante il fine settimana invece è obbligatoria.
Dovrò ricordarmi di sorridere e salutare tutti, di apparire felice, fino a quando le cicatrici non guariranno e sarà più semplice. Lo Stato ha occhi ovunque e funzionari solerti.
È inutile anche nascondersi, nessuno è al sicuro dai buoni sentimenti, dall’atteggiamento positivo, dall’autodeterminazione, nessuno è al sicuro, non ci sono coni d’ombra, non ci sono angoli ciechi.