Il Disturbo Ossessivo Compulsivo da Relazione - InEsergo

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12 Aprile 2023 - InterEssere

Quando l’amore diviene tormento

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo da Relazione

“Voglio cantare una canzone che sarà solo nostra
Ma le ho cantate tutte ad un altro cuore
E voglio piangere, voglio innamorarmi
Ma ho esaurito tutte le mie lacrime”
Tom Odell, Another Love


Tom Odell è un cantautore britannico che ha debuttato nel 2012 con un EP dal titolo Songs from Another Love in cui troviamo la canzone sopra menzionata. La sua voce malinconica dà enfasi a un testo ben più significativo rispetto alle solite canzoni d’amore.
 
Another Love ci parla della difficoltà di lasciarsi andare a un nuovo amore, perché quello passato ha talmente deluso da far pensare che nessun gesto d’amore sarà più emozionante e varrà la pena.
 
Le relazioni sono fondamentali per il proprio benessere psicologico e fisico. Connessioni forti e amorevoli con amici, familiari e partner possono rafforzare il sistema immunitario, ridurre lo stress e aiutare a sentirci parte di un tutto. Tuttavia, vi possono essere situazioni in cui l’ansia per l’altro induce a rovinare ogni legame.
 
Scagli la prima pietra chi non ha mai avuto, in alcuni momenti, delle incertezze sulla propria relazione. Ma, fate attenzione, se queste preoccupazioni e dubbi diventano eccessivi (ossessivi), tanto da creare disagio personale e nella coppia, allora potreste essere alle prese con il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) da Relazione.
 
Il DOC da Relazione è caratterizzato da vari elementi di preoccupazione e ansia, che spaziano dal timore di fare o farsi del male, a quello di commettere errori catastrofici, di contaminazioni e tanti altri ancora.
 
Se soffrissi di DOC da Relazione, potresti chiedere a te stesso e a tutti quelli che conosci se la relazione è giusta per te. Indipendentemente dal fatto che tali domande abbiano senso, o che tu desideri fartele, i dubbi si intrometteranno lo stesso nei tuoi pensieri a prescindere da ciò che farai per farli sparire. Anzi, le ricerche suggeriscono che costringerti a fermare siffatti pensieri può, in realtà, peggiorarli!
 
In chi soffre del Disturbo Ossessivo-Compulsivo da Relazione, i pensieri e le preoccupazioni non solo influenzano negativamente la vita amorosa, ma possono anche danneggiare l’autostima, l’umore e persino la capacità di “funzionare bene” al lavoro.
 
L’ansia da relazione può riguardare in egual misura sia gli uomini che le donne.
 
Le cause di tale ansia si possono rintracciare nel passato: delusioni o traumi non adeguatamente elaborati, una separazione molto dolorosa, che ha danneggiato la fiducia. In tali casi è difficile impegnarsi di nuovo. La paura di poter provare di nuovo un dolore simile è più grande del desiderio di vicinanza o di amore.
 
Spesso le brutte esperienze risalgono a molto indietro nel tempo, al punto che a volte non si riescono neppure a ricordare consapevolmente. In molti casi il timore dell’impegno ha origine nella prima infanzia, nei primi due anni di vita. È spesso causato da una relazione disfunzionale con la madre, il padre, o entrambi i genitori. Le motivazioni più comuni sono: solitudine e privazione della sicurezza emotiva, rifiuto o abbandono da parte dei genitori e liti tra di loro. Anche la perdita di un genitore durante l’infanzia può essere la ragione per una successiva paura di impegnarsi. Impegno e relazione vengono quindi associati a pensieri negativi legati a traumi passati.
 
Chi soffre di ansia da relazione tende pertanto a proteggersi dall’essere nuovamente abbandonato, da altre ferite e delusioni. La paura del rifiuto rende difficile stabilire un rapporto stabile con un’altra persona.
 
Credenze specifiche, inoltre, possono essere particolarmente rilevanti per il mantenimento e lo sviluppo del DOC da relazione: per esempio, pensieri catastrofici sui possibili danni derivanti da una relazione su cui si nutrono dei dubbi, o sulle conseguenze negative dell’interruzione di un legame esistente.
 
Queste persone solitamente presentano convinzioni rigide su ciò che dovrebbero provare all’interno di una giusta relazione di coppia, del tipo: se non pensi al partner in ogni momento della giornata, significa che non è quello giusto oppure se non sei sempre felice quando sei con il partner, non è vero amore.
 
Perfezionismo, mancata accettazione dell’incertezza, smania di controllo dei pensieri, responsabilità ipertrofica, elementi tipici nella sintomatologia ossessiva, sono presenti anche nel DOC da relazione.
 
Alcuni esempi di ossessioni più comuni nel DOC da relazione: Che cosa succede se non amo davvero il mio partner?; Che cosa succede se non sono davvero attratto da lui/lei?; Se non penso al mio partner per tutto il giorno, lo amo davvero?; Se non ho completamente goduto di quel bacio, vuol dire che non sono davvero attratto dal mio partner?; Ho notato un altro ragazzo/a attraente, questo vuol dire che non amo il mio partner!; Mi è piaciuto trascorrere del tempo da sola/o, mentre il mio compagno era fuori per lavoro. Questo vuol dire che non sono veramente innamorata del mio partner; “Ci sono momenti in cui mi sento spento/a al pensiero di vivere l’intimità con il mio partner. È la prova del fatto che io non sono sessualmente attratta/o da lei/lui e quindi c’è qualcosa che non va nella relazione.”
 
Per superare l’ansia da relazione è basilare interagire con se stessi. Si può prendere un foglio e fare una lista di tutte le possibili motivazioni che vengono in mente e poi sottolineare quelle che sembrano più calzanti. In tale modo si può cercare di comprendere se fare qualcosa per cambiare la situazione, per esempio: valutare in modo più obiettivo la coppia, focalizzando le idee che risultano maggiormente influenzanti; trovare un partner con diversa caratterialità che possa accettare le necessità, che sia aperto al confronto; aspettare un po’, perché magari l’ansia è provocata da una vicenda che si ha ancora bisogno di elaborare.
 
Un colloquio di consulenza con uno psicologo può fare intendere meglio la situazione e comprendere come poterla gestire.


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