Due parole sull’amore - InEsergo

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22 Maggio 2022 - InterEssere

Possesso, rispetto e fratellanza universale

Due parole sull’amore
  
Amore Universale, Umberto Mazzone
“Tutto in tutti
Ciascun uomo in tutti gli uomini
Tutti gli uomini in ciascun uomo
Tutto l’essere in ciascun essere
Ciascun essere in tutto l’essere
Tutte le cose in ciascuna cosa
Ciascuna cosa in tutte le cose
Tutte le distinzioni sono mente, con la mente, nella mente, della mente
Niente distinzioni niente mente per distinguere”
Ronald D. Laing


L’avventura dell’amore
L’uomo si è sempre interrogato su quel sentimento che va sotto il nome di “amore”. L’amore, realtà misteriosa e affascinante! Tocca tutti. E può portare, a ciascuno, gioia vera o sofferenza immensa. L’avventura dell’amore è l’avventura più esaltante dell’esistenza umana. Esaltante ma anche rischiosa. Ogni giorno è necessaria la disponibilità a imparare ad amare. E ad amare sempre nuovamente. Il vero incontro nell’amore, per una coppia, ma anche per chiunque viva in relazione con altri, non può ergersi solo su un istinto naturale o sulla buona volontà. Occorrono prospettive concrete per vivere l’amore. Occorre imparare a conoscere chi è l’altro, ascoltare le sue attese, essere fedele. E non scoraggiarsi davanti ai conflitti.

I soggetti dell’amore
L’amore non è soltanto la relazione con una particolare persona. È un’attitudine, un orientamento di carattere che determina i rapporti con il Creato. Non, quindi, verso un unico soggetto. Se si ama restando indifferenti nei confronti degli altri, quello non è amore bensì attaccamento simbiotico, egotismo portato all’eccesso. L’amore è un’attività, un potere dell’anima che fa amare il mondo intero. Che fa amare tutto quello e tutti quelli che stanno in questo mondo. Se amassi veramente qualcuno, amerei il mondo, amerei la vita. Se posso dire a un altro “ti amo”, devo essere in grado di dire: “Amo tutti in te. Amo il mondo attraverso te. Amo in te anche me stesso”

L’amore fraterno e universale
La forma fondamentale dell’amore è l’amore fraterno e universale. Con questi termini voglio intendere un globale senso di responsabilità, premure, rispetto e comprensione caratterizzato dall’assenza di esclusività. Amare è avere tante finestre sul mondo. In questo tipo di amore c’è il desiderio di fusione con tutti gli uomini, il bisogno di solidarietà umana che si fonda sul principio di unione con i nostri simili. Le differenze di talento, intelligenza, comprensione sono trascurabili in confronto. Per sentire questa uguaglianza è necessario abbandonare la superficialità e scendere nella profondità delle persone. Se percepisco un altro essere solo in superficie, sentirò le differenze che ci separano. Se invece penetro in profondità, percepirò l’uguaglianza che mi rende fratello di tutti. “Come una candela ne accende un’altra e così si trovano accese migliaia di candele, così un cuore ne accende un altro. E così si accendono migliaia di cuori”. (Lev Tolstoj)

Soltanto la comunicazione profonda è comunicazione vera. Simone Weil ha espresso tutto ciò in modo meraviglioso: “Le stesse parole ‘ti amo’ dette alla moglie possono essere banali e straordinarie. Dipende da come sono dette. E il modo dipende dalla profondità colta, percepita e trasmessa da una persona a un’altra. L’amore fraterno è amore tra esseri simili. In realtà i simili sono molto dissimili. Ma tutti sono esseri umani bisognosi d’aiuto. Oggi io, domani tu. Ma questo bisogno di aiuto non significa che uno è indifeso e l’altro è potente. La debolezza è una condizione transitoria. La capacità di stare ritto e di camminare con i propri piedi è lo stato normale e permanente”.

Per vivere nella comunicazione profonda è necessario essere se stessi. Essere se stessi è un impegno per la vita, quotidiano e difficile e, nello stesso tempo, meraviglioso. L’individuo, nella profondità di sé, incontra ciò che lo identifica: ideali, valori e principi che costituiscono la solidità su cui radica la propria vita. È a partire da questa solidità, cercata e difesa, che si perviene alla pienezza. Quindi, essere se stessi non è un dato acquisito una volta per tutte bensì un viaggio per giungere alla meta. Una meta che, se vogliamo, possiamo conquistare.

Per perseguire tali obiettivi è necessario superare la paura, alimentare la fiducia e ammettere le proprie debolezze. È necessario, giova ripeterlo, accettare noi stessi, coltivare l’indipendenza e la responsabilità personale. E acquisire una buona autostima. Vanno intessute, soprattutto, relazioni permeate di lealtà, rispetto e gratuità. Amare l’altro e gli altri è espressione di maturità umana.

È inutile sostenere che avvertire l’amore come “l’atto di dare” dipenda dal carattere dell’individuo. Al contrario, tale percezione presuppone la conquista di un atteggiamento prevalentemente produttivo. In tale ottica l’individuo vince l’indipendenza, l’onnipotenza narcisistica e il desiderio di sfruttare gli altri e prende fiducia nelle proprie capacità umane. Nella misura in cui queste qualità mancano, la persona ha paura di donare se stessa. E quindi di amare.

Gli elementi fondamentali dell’amore sono:

1) La premura
L’amore è premura. Ciò risalta soprattutto dall’amore della madre per il bambino. Non avremmo alcuna prova dell’amore se vedessimo una mamma trascurare il suo piccolo, se tralasciasse di nutrirlo, lavarlo e curarlo. Quanto detto vale anche per l’amore verso gli animali o i fiori. Se una donna sostenesse di amare i fiori, ma poi si dimenticasse di annaffiarli, non crederemmo al suo “amore”. Amore è interesse attivo per la vita e per la crescita di ciò che amiamo. Là dove manca questo interesse, non esiste amore.

2) La responsabilità
La responsabilità, nel vero senso della parola, è un atto strettamente volontario. È la mia risposta al bisogno, espresso o inespresso, di un altro essere umano. Essere “responsabile” significa essere pronti e capaci di “rispondere”. La persona che ama risponde. Si sente responsabile dei suoi simili, così come si sente responsabile di se stessa.

3) La libertà
Dove arriva la coercizione o il controllo o il conflitto, ivi muore l’amore. Pensiamo a come la rosa, l’albero, la lampada ci lascino completamente liberi. La rosa non ci chiederà di ammirare la sua bellezza o di bearci del suo profumo. L’albero non farà nulla per portarci alla sua ombra, anche se stiamo per prendere un’insolazione. E la lampada non ci butterà addosso la luce per evitarci di inciampare nel buio.

4) Il rispetto
La responsabilità potrebbe facilmente deteriorarsi in dominio nell’ottica del possesso se non ci fosse quella componente dell’amore che è il rispetto. Rispetto non è timore né terrore. Esso denota, nel vero senso della parola (respicere = guardare), la capacità di vedere una persona per come è. Di conoscerne l’individualità. Rispetto significa desiderare che l’altro cresca e si sviluppi per quello che è. Il rispetto, perciò, esclude lo sfruttamento. Si dovrebbe dire: “La persona a cui voglio bene deve crescere e svilupparsi secondo i suoi desideri e secondo i suoi mezzi. Io non voglio una persona che possa servirmi. Se io amo questa persona, mi sento uno con lei. Ma con lei, così come essa è. E non come dovrebbe essere per adattarsi a me”. È chiaro che il rispetto è possibile solo raggiungendo l’indipendenza, rimanendo in piedi o camminando senza bisogno di grucce. E senza dover dominare o sfruttare nessuno. Il rispetto esiste solo sulle basi della libertà.

Amore è anche apertura del cuore, identificazione con l’anima, capacità di restare nella consapevolezza di sé nel qui e ora attraverso l’esercizio della presenza. Si tratta di superare quello stato di “sonno” che la grande maggioranza delle persone scambia per normale condizione di veglia. Questo tema, fondamentale nel percorso di crescita personale dell’essere umano, sarà oggetto del prossimo articolo.

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