La bambina che zittì il mondo per sei minuti - InEsergo

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13 Novembre 2022 - Attualità

Da Severn Suzuki all’ecologismo moderno
 
La bambina che zittì il mondo per sei minuti
 
“Venendo a parlare qui non ho un’agenda nascosta, sto solo lottando per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un’elezione o alcuni punti sul mercato azionario.”
Severn Cullis-Suzuki, giugno 1992

LA COPPA DEL MONDO DI SCI 2022 PARTE DALL’ ITALIA! (Anzi, no…)
 
La Gran Becca (Grande Cima in dialetto francoprovenzale) è una splendida pista di sci alpino, all’ombra dell’imponente Monte Cervino. Essa ha una caratteristica particolare: parte in Svizzera, nella località di Zermatt, e finisce in Italia, a Breuil-Cervinia, in Valle d’Aosta. Era stata scelta quest’anno per inaugurare la Coppa del Mondo di sci femminile durante l’ultimo fine settimana di ottobre, con due discese libere, le prime “transfrontaliere” della storia dello sci. Tutto molto bello e suggestivo. Peccato che le discese di cui sopra siano state annullate. Motivo? Non c’è neve a sufficienza, ovvio. Il Cervino, nonostante i suoi 4400 e passa metri di altezza, è seminudo. Gli organizzatori non hanno potuto garantire l’”incolumità delle atlete in gara” perché la neve era troppo morbida a causa delle elevate temperature. Il cambiamento climatico, che si porta dietro l’aumento costante della temperatura della superficie terrestre, non risparmia ormai nessuna attività umana, sport compresi.

LA RAGAZZINA CHE TRENT’ANNI FA AMMUTOLI’ LE NAZIONI UNITE

“Sono qui a parlare a nome delle generazioni future, a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono inascoltate. Sono qui a parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perché non hanno più un posto dove andare. […] Tutto ciò sta accadendo sotto i nostri occhi e, ciò nonostante, continuiamo ad agire come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le soluzioni.”

La maggioranza dei giovani d’oggi, presumo, conoscono Greta Thunberg ma non so in quanti, tra questi, abbiano mai sentito il nome di quella che potremmo definire come la “Greta Thunberg del XX secolo”, cioè Severn Cullis-Suzuki.

La Suzuki, tra pochi giorni quarantatreenne, è un’attivista ambientale, conferenziera e scrittrice. È anche conosciuta con la definizione della ragazza dodicenne che ha silenziato il mondo per sei minuti. Il riferimento è al discorso, di cui sopra abbiamo riportato uno stralcio, che l’adolescente canadese tenne trent’anni fa, durante il Summit di Rio de Janeiro nel giugno del 1992, il primo di una lunga serie di vertici su Clima e Sviluppo. Appuntamenti tanto attesi quanto inutili dal punto di vista dei risultati ottenuti.

Opportunità, agende, tabelle, impegni… tanto “bla bla bla” che non si è mai tradotto in una vera svolta, in un radicale cambiamento degli stili di vita e di produzione dei paesi “sviluppati” (?). Cambiamento senza il quale, ovviamente, non potrà neppure realizzarsi la svolta climatica che ormai, anche avvenisse domani, sarebbe, con tutta probabilità, fuori tempo massimo.

L’intervento della Suzuki, per sei minuti e mezzo, zittì il consesso di politici, giornalisti e amministratori delegati che erano di fronte a questa ragazzina dallo sguardo sicuro e dalla voce ferma nel lanciare delle accuse verso una classe dirigente mondiale che, già allora, pur conscia del baratro verso il quale stava spingendo l’umanità a velocità folle, non ha prodotto nulla di significativo se non lungimiranti propositi contenuti in documenti dal titolo altisonante. Documenti, come detto, rimasti per lo più lettera morta.

La giovane Suzuki, che già a nove anni, nella sua Vancouver, aveva messo in piedi assieme ad altri quattro coetanei un’organizzazione ambientalista dall’acronimo emblematico (la ECO, Environmental Children’s Organization), era riuscita, in quei 300 secondi che consigliamo caldamente di ascoltare per intero, a elencare nel dettaglio tutti gli elementi che stavano portando la Terra verso la rovina e l’umanità verso una più che probabile estinzione autoinflitta (dopo questi tre decenni possiamo dire più che meritata). Deforestazione, effetto serra, regime alimentare sregolato, sovrapproduzione di beni inutili e loro altrettanto inutile consumo/spreco: tutto, nel monologo della Suzuki, era correlato e lucidamente descritto.

Ça va sans dire, parole al vento, nonostante il volto contrito e sinceramente (?) impressionato degli astanti.

SE NON SAPETE COME FARE A RIPARARE TUTTO QUESTO, PER FAVORE, SMETTETE DI DISTRUGGERLO…

Nonostante gli incontrovertibili dati scientifici, e i fatti climatici che sperimentiamo sulla nostra pelle in misura sempre crescente anno dopo anno, dobbiamo ancora sorbirci gli atteggiamenti snobistici, ipocriti e offensivi di negazionisti di ogni sorta, influenti Capi di Stato compresi.

Eppure, il messaggio del 1992, come quello del movimento Fridays for Future dal 2018 a oggi, è molto semplice, seppur non facile: fare la propria parte.

In chiusura, lasciamo ancora voce alla Suzuki che, premettendo l’insegnamento di suo padre che le diceva “noi siamo quello che facciamo, non quello che diciamo”, arringava i potenti del mondo con queste ultime parole: “Sono solo una bambina ma so che se tutto il denaro speso in guerre fosse destinato a cercare risposte ambientali, terminare la povertà e per siglare degli accordi, che mondo meraviglioso sarebbe questa Terra! I genitori dovrebbero poter dire ai loro figli: ‘Tutto andrà a posto. Non è la fine del mondo, stiamo facendo del nostro meglio’. Ma non credo voi possiate dirci queste cose. Siamo davvero nella lista delle vostre priorità?

Una domanda posta trent’anni fa e la cui risposta la possiamo plasticamente osservare almeno in parte nelle condizioni odierne del Cervino, con buona pace degli organizzatori della Coppa del mondo di Sci Alpino.




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