Un mondo duro ma liquido - InEsergo

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07 Marzo 2023 - Attualità

Chi vuole cancellare ogni identità?
 
Un mondo duro ma liquido
 
Il marketing capitalista nella pubblicistica ha sempre avuto necessità di rinominarsi più che innovarsi, creare nuovi brands riformulando lo slogan e facendo passare questo processo nominalistico come novità: morte e rinascita di un prodotto perpetuate all'infinito per creare aspettative e rinnovata fiducia nell'oggetto del piacere. Quando l'autorità legittima il pensiero magico e irrazionale dietro alle aspettative di un elisir di lunga vita, qualunque esso sia, opera sul plagio emozionale e sui ruoli sociali che ognuno di noi impara ad accettare fin da piccolo.

L'illusione che un Nuovo Dash possa funzionare meglio di quello passato opera sul binario fideistico-religioso della rinascita e quindi della purezza. In fondo, noi ci fideremo del nuovo/vecchio Dash proprio perché, a livello subliminale, rappresenterà una sorta di simbolico avatar bambino. Allora benvenuto e lunga vita al Nuovo Dash! Bruciamo il vecchione ed esorcizziamo la morte in questa valle di lacrime! Ci sentiremo in pace con la nostra coscienza perché avremo fatto una buona azione. Il capitalismo e il suo marketing è culto modernista e logica prosecuzione della religione, intesa come accettazione di un'illusione legittimata da un'autorità auto-proclamata.

La progressione del capitalismo nella psicologia di massa e nella conseguente instaurazione obbligata delle democrature al posto delle vecchie democrazie necessita quindi di essere liquida, o di farsi percepire tale: non potrà presentarsi come conservatrice, anche se intimamente lo resta. L'imposizione di questo paradigma e il successivo neo-linguaggio di accompagnamento è in realtà pesante quanto un undicesimo comandamento: liquida dev’essere la società e la psiche dei suoi abitanti. Infatti, se l'alto e il basso avessero lo stesso peso specifico si potrebbe concorrere verso il bene comune, ma questo non è previsto, anzi, è duramente osteggiato. Se invece l'autorità, qualunque essa sia, viene vissuta come assoluta e imprescindibile, tutto quanto è contrapposto ad essa sarà necessariamente sfuggente, senza identità, precario, o ancor peggio, irraggiungibile. Come avere una libreria infinita di files musicali scaricati senza poterne ascoltare realmente nessuno.

Quello che conta è fornire l'illusione di un cambiamento, di uno status da raggiungere, di un'evoluzione da percorrere. All'interno di questo schema si innestano con effetto domino le regole del gioco da seguire, pena l'esclusione dalla comunità, dalla festa e dalle liturgie conseguenti. Tutti i format televisivi del panem et circenses mediatico puntano all'inclusione, nessuno vuole essere o sentirsi escluso dallo zoo. Infatti, il neoliberismo odierno è un passepartout per far accettare uno stato perenne di instabilità e precarietà su tutti i fronti, offerto però come ineluttabile condizione dello spirito e libera espressione e opportunità per tutti. Una sorta di comunismo al ribasso, gentilmente concepito dal Capitale.

Tale paradigma è stato fatto confluire nel panorama dei diritti civili per indorare la pillola di un modello sociale frammentario e divisorio, in modo che venisse accettato come giusta e sacrosanta evoluzione di una società conservatrice e patriarcale. Piuttosto che lavorare sulla realtà delle cose, rafforzare e implementare la parità tra sessi in ogni ambito sociale ed economico reale, si vuole creare un metaverso di infinite scelte indotte e di infinite possibilità di essere quello che vogliamo, senza esserlo mai. Un carnevale di maschere interscambiabili piuttosto che decidere di essere finalmente noi stessi e basta.

Non bastando più i brands di eterosessualità, omosessualità e bisessualità, bisognava introdurre nel mercato delle anime una frontiera infinita di aspettative per annullare qualsiasi reale identità. Alla fine, oltre al Nuovo Dash, avremo comprato tutti i detersivi possibili, ma non avremo più i soldi per comprare la lavatrice. Pensate come possa essere funzionale una società di individui che si esauriscano nell'ineluttabilità di essere chiunque e nessuno; che condividano un pensiero unico che offre la possibilità di essere differenziati solo come consumatori, anche a domicilio, oppure nel contesto di un delirio di onnipotenza da social.

Una società monolitica, granitica come quella cosiddetta liquida, necessita assolutamente di assenza di identità dei popoli, delle persone, della destrutturazione dei diritti del lavoro, della catalogazione dei suoi sottoposti e del conseguente controllo digitale, capillare ed emotivo, per esorcizzare qualsiasi voce fuori dal coro, talvolta saturandola e metabolizzandola in contenitori del dissenso. Ne consegue una comunità che diverrà nuovamente bigotta perché tenderà a censurare qualsiasi idea non calata dall'alto, permeata da novelli Savonarola che favoriranno la virtualità masturbatoria del metaverso e delle nuove frontiere pensate per noi dall'algoritmo. LUI, il signor algoritmo, ovviamente senza alcuna identità sessuale, ma stranamente declinato ancora una volta al maschile come il vecchio dio delle religioni.



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