Concerto mistico - InEsergo

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15 Aprile 2024 - Musica

Battiato vive: un viaggio musicale tra spiritualità e misticismo
  
Concerto mistico
 
“Quello che ho fatto io è semplicemente mantenere la contrapposizione, trasmutandola con altri elementi che sono da una parte la sonorità del mediterraneo trasmessa dalle percussioni etniche e da una scelta di fraseggi affidati agli archi, dall’altra l’utilizzo degli strumenti a corda, proprio gli archi che ben rappresentano il classicismo nella cultura europea
Valter Sivilotti

«Ciao Nicola, ho visto che il 9 aprile sei a Udine: quella sera, con il nostro progetto musicale che omaggia Battiato, suoneremo in teatro a San Vito del Tagliamento. Sei invitato, ti aspettiamo».

È stato questo il veloce messaggio vocale giunto sul mio telefono da parte del M° Valter Sivilotti, che conosce la mia passione per la musica dell’artista siciliano che troppo precocemente ci ha lasciato. Valter è pianista e direttore musicale del Concerto Mistico per Battiato, un progetto di Simone Cristicchi e Amara, due cantautori conosciuti e apprezzati dal pubblico e dagli addetti ai lavori. La bravura dei due interpreti è indiscutibile, c’è da chiedersi in quale maniera verrà resa credibile l’interpretazione dei brani di un artista che ha introdotto nella canzone misticismo e spiritualità.

E così, il giorno del concerto mi reco all’Auditorium Comunale, curioso di ascoltare i due artisti assieme in questo omaggio musicale che già dall’organico strumentale è lontano dall’idea delle band tributo che ormai da anni imperversano sulla nostra penisola, impegnate nella mera riproposizione estetico-musicale del repertorio dei grandi Artisti a cui cercano di rendere omaggio.

Una scenografia essenziale: nel centro del palco un tavolino orientale in legno con sopra una lampada in stile marocchino, sulla destra sono disposti i musicisti, tre strumenti ad arco, violino, viola e violoncello e un set misto di batteria e percussioni; sulla sinistra il pianoforte del direttore musicale e la postazione per la voce soprano che nel corso del concerto contribuirà ad arricchire le melodie cantate dai due protagonisti.

Il concerto è introdotto dalla voce registrata di Battiato, successivamente l’attacco deciso del violino fa subito capire qual è la prima canzone in scaletta, il brano manifesto della terza fase musicale del cantautore catanese: L’era del cinghiale bianco, tratto dal disco omonimo del 1979, il disco che rivelò un nuovo Battiato, totalmente diverso da quello delle canzonette anni ‘60 degli esordi e dalla sperimentazione dei primi anni ‘70. Un nomade dell’invisibile, un pellegrino dell’anima che attraverso la ricerca di se stesso per risolvere gli enigmi interiori ha navigato nella spiritualità e nell’antica sapienza, sia orientale che occidentale, invitandoci con le sue canzoni a una visione del mondo di alto valore spirituale.

L’era del cinghiale bianco è un titolo che fa riferimento alla tradizione celtica, dove il cinghiale rappresenta la consacrazione, il potere luminoso che arriva dall’alto, l’autorità spirituale, e l’Orso rappresenta il potere temporale, il potere materiale delle “cose”, un’era il cui lo spirito torna a governare il basso, un potere luminoso che scende sulla terra e feconda il materiale. Nella mitologia Indù, l'era del cinghiale bianco è un’era magica, dove ogni uomo raggiunge la conoscenza assoluta.

Ma torniamo al concerto. Dopo il violino, il pianoforte annuncia l’armonia del brano accompagnato dalle percussioni incalzanti, Cristicchi inizia a cantare i versi del maestro siciliano creando immediatamente la magia: la melodia  si integra perfettamente nel minimalismo della strumentazione quasi cameristica, gli accordi eseguiti dal pianoforte non vengono stravolti come spesso accade in alcune reinterpretazioni forzate ma al contrario viene rispettata l’armonia originale, l’ascoltatore non viene distratto da evoluzioni armoniche ma è indotto con gentilezza all’ascolto dei testi.

Lo stesso Valter Sivilotti mi dirà che l’idea di sviluppare nuovi arrangiamenti con questo organico strumentale parte dalla sua intuizione della contrapposizione che ha contribuito al lancio del fenomeno discografico Battiato degli anni ‘80, ovvero da una parte melodie di alto livello e profondo messaggio, dall’altra l’uso dei suoni tipici dell’epoca, quindi batterie elettroniche e sintetizzatori che hanno dato quel sound leggero tipico della pop music di quel periodo.

I brani del Maestro continuano a susseguirsi, i titoli sono eloquenti. Il re del mondo parla di Manu, l’organizzatore che dall’alto, sulla base di principi divini, organizza la vita degli uomini sulla terra. Lo stesso Battiato ricordava, nel volume Tecnica Mista su Tappeto, che “René Guénon ha scritto un libro intitolato Il Re del Mondo. Ma anche molti altri studiosi di religioni hanno il dubbio che il nostro pianeta sia governato da forze oscure. Il Re del Mondo è proprio questo: una forza che determina di nascosto le sorti del pianeta. Come un burattinaio invisibile che è causa del nostro dolore e che ci tiene prigioniero il cuore”.

Il rispetto di Cristicchi e Amara per le composizioni del maestro si intuisce in ogni nota emessa dalle loro voci, perfettamente impastate tra loro nei brani eseguiti assieme: due voci impegnate nella performance musicale a condividere con il pubblico quella spiritualità in cui sono immersi con la sincerità degli Artisti veri. L’unica concessione alla loro personale carriera artistica è una breve parentesi di tre brani durante tutto il concerto.

La chiusura del concerto propone un medley di brani tratti da La Voce del Padrone, con la hit Centro di gravità permanente, titolo che dichiara la profonda influenza del pensiero di Gurdjieff nel repertorio di Battiato. Applausi lunghi, scroscianti, in un teatro sold-out.

Sicuramente, dall’alto, Franco sarà ben felice che il suo messaggio sia trasmesso e che la sua opera possa essere seme fecondo per un’umanità sempre più persa e lontana dal proprio centro di gravità permanente. Grazie Simone Cristicchi, grazie Amara.




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